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10 cose che ti sei perso dell’Accessibility Camp a Madrid

Conferenze

In concomitanza con la manifestazione di Readmagine di FGSR, il 9 giugno Fondazione LIA ha organizzato a Madrid la terza edizione dell’Accessibility Camp. Organizzato nel contesto di Aldus UP e grazie alla collaborazione di Libranda e di Germán Sánchez Ruipérez Foundation (FGSR), il Camp ha riunito esperti di editoria accessibile provenienti da Spagna, Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Regno Unito, Grecia, Svezia e Finlandia.

Negli spazi della Casa del Lector, l’iniziativa è stata l’occasione per parlare del futuro dell’accessibilità con diversi attori della filiera del libro: editori, distributori, rappresentanti di organizzazioni che gestiscono gli standard, sviluppatori di app e rappresentanti di organizzazioni specializzate.

Poiché l’European Accessibility Act entrerà in pieno vigore tra due anni, l’industria del libro deve compiere molti passi avanti e accelerare su più fronti. La collaborazione a livello nazionale e internazionale rappresenta pertanto una delle chiavi fondamentali per arrivare a costruire un ecosistema editoriale interamente accessibile in tutte le sue fasi.

Grazie a un evento interattivo, i partecipanti hanno potuto scambiarsi best practice e approfondimenti in materia di editoria digitale accessibile. Gli obiettivi principali dell’Accessibility Camp sono proprio quelli di favorire le relazioni tra i partecipanti e riflettere collettivamente sulle aree che richiedono ulteriore attenzione e miglioramento in vista dei prossimi anni.

A dare l’inizio al Camp l’intervento di Antonino Cotroneo, esperto di tecnologie assistive di LIA, che ha mostrato con una demo cosa significa un’esperienza di lettura accessibile. Oggi è possibile scegliere tra cataloghi di e-book, anche se la visualizzazione dei metadati di accessibilità non è ancora disponibile nei canali mainstream.

Dopo il keynote speech di Cristina Mussinelli, Segretario Generale di Fondazione LIA, incentrato su cosa accadrà nel mondo dell’accessibilità, l’evento si è organizzato attorno due tavole rotonde e tre gruppi di lavoro per dare ai partecipanti l’opportunità di discutere aspetti specifici come gli aspetti organizzativi, i flussi di produzione e di distribuzione e i costi relativi all’accessibilità.

Di seguito, i principali spunti derivati dalle numerose conversazioni avvenute durante la giornata.

1. Consapevolezza

Con la crescente importanza dell’accessibilità nelle strategie editoriali, resta ancora molto lavoro da fare in termini di sensibilizzazione, in particolare nei paesi che sono ancora in ritardo su questo aspetto. È essenziale che la direzione di un’azienda sia pienamente di supporto e coinvolta attivamente, affinché ogni area possa contribuire in modo efficace, compresi i dipartimenti editoriali e tecnici, gli autori, l’assistenza clienti, il team di comunicazione e i fornitori.

2. Mainstream

Poiché il numero di pubblicazioni accessibili in Europa aumenta di giorno in giorno, l’accessibilità deve diventare più comune e non essere affrontata solo da una nicchia di attori della filiera. L’Italia può già contare su più di 30.000 e-book born-accessible certificati da Fondazione LIA titolo per titolo. Non solo: la fornitura di metadati di accessibilità effettuata da LIA su questi e-book fornisce informazioni all’intera filiera: dagli editori ai rivenditori e fino agli utenti. Pensare a comportamenti stagni non ripaga, pensare in un’ottica di ecosistema editoriale sì.

3. Un cambio di paradigma

In questo scenario completamente nuovo, il cambiamento inizia con una molla nella mentalità degli stakeholder toccati da questa evoluzione: attori della filiera editoriale, organizzazioni specializzate e utenti finali con disabilità. Negli ultimi tempi molte aziende hanno abbracciato l’accessibilità, ma spesso con sforzi singoli o duplicando le iniziative già esistenti. Nuove forme di collaborazione lungo la catena del valore dell’editoria sono la chiave per portare l’accessibilità al livello successivo, come nel caso della taskforce dedicata all’accessibilità in Germania, guidata dal Börsenverein (associazione di categoria degli editori e dei librai tedeschi).

4. Gli standard

Gli standard che supportano l’accessibilità esistono già: il formato migliore per i requisiti di accessibilità è l’EPUB (insieme a ONIX e Schema.org per i metadati) che è in linea con i requisiti dell’European Accessibility Act. Diverso è il caso degli strumenti che ci dovrebbero aiutare a produrre prodotti accessibili. Infatti, Adobe InDesign, il software di impaginazione più utilizzato al mondo, attualmente non supporta completamente la produzione nativa di contenuti accessibili in EPUB e si rende perciò necessario eseguire alcuni lavori di post-produzione per adeguare il prodotto agli standard.

5. I flussi di lavoro

Molti editori non hanno flussi di lavoro strutturati per la creazione di pubblicazioni digitali nativamente accessibili. L’implementazione di flussi di lavoro per l’accessibilità porterà vantaggi alla stessa produzione di e-book che risulteranno essere prodotti migliori e di maggiore qualità per tutti i lettori.

6. La descrizione alternative delle immagini

La descrizione delle immagini è una delle sfide più impattanti per la produzione di pubblicazioni digitali accessibili: si tratta di un lavoro che richiede competenze specifiche, tempo e costi aggiuntivi. Coinvolgere gli autori, attraverso iniziative di sensibilizzazione, formazione specifica e iniziando ad inserire questo compito nei contratti, si è rivelata una buona soluzione per gli editori che già lavorano a questo aspetto all’estero, come spiegato da Stacy Scott, Head of Accessibility di Taylor & Francis.

7. La back-list

Molti editori potrebbero voler convertire il loro catalogo digitale creato nell’ultimo decennio in un formato accessibile. Si tratta di un’attività impegnativa, per tempi e costi: Fondazione LIA con EDRLab e la biblioteca nazionale olandese sta lavorando a un progetto europeo (ABE Lab) per analizzare i migliori strumenti che semplifichino la transizione dai formati più vecchi e non accessibili all’EPUB 3, formato pienamente in linea con le linee guida sull’accessibilità.

8. La visualizzazione dei metadati di accessibilità

L’European Accessibility Act richiede che gli utenti siano informati sulle caratteristiche di accessibilità di un e-book in fase di acquisto o presa in prestito. Perciò, tutte le librerie e le biblioteche online dovranno iniziare a mostrare i metadati di accessibilità, evidenziando così il lavoro svolto dagli editori (si pensi agli oltre 30 mila e-book certificati da LIA, già provvisti di metadati di accessibilità).

Come dovrebbero essere mostrati questi metadati agli utenti finali? All’interno del W3C, LIA sta sviluppando in qualità di co-editor delle linee guida su come presentare i metadati di accessibilità agli utenti finali. Una nuova versione del documento sarà pubblicata entro la fine del 2023.

9. I costi

Questo tema riguarda in particolare due aspetti principali: i costi relativi alla conversione del catalogo di e-book non ancora accessibili e a come applicare il concetto di “onere sproporzionato” previsto dall’Annex VI dell’EAA all’industria editoriale. Entrambi i temi stanno generando intensi dibattiti e discussioni nelle associazioni degli editori così come nelle case editrici. I partecipanti hanno esplorato vari punti di vista, considerando le implicazioni e le conseguenze che derivano da diversi approcci e potenziali soluzioni.

10. Sfide futuri

Libri con impaginazione complessa, discipline cosiddette “STEM” (Science, Technology, Engineering e Mathematics), Intelligenza Artificiale, piattaforme educative, sono solo alcune delle aree da approfondire nei prossimi appuntamenti. In attesa del prossimo Accessibility Camp!