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Fotografia di una borsa della spesa piena di mele Fotografia di una borsa della spesa piena di mele
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Inclusione al supermercato. L’intervista al Brand Manager di Terre d’Italia

Interviste

Si parla spesso di inclusione sul posto di lavoro, a scuola, sui mezzi di trasporto, ma si tralascia un aspetto importante per la vita di ognuno di noi: il supermercato. Come garantire a tutti di poter fare la spesa in sempre maggior autonomia?

Per chi ha una disabilità visiva questo obiettivo diventa sempre più possibile grazie a tutte quelle realtà che hanno deciso di rendere i loro prodotti accessibili attraverso l’utilizzo di etichette in Braille. Una procedura grazie cui le informazioni dei prodotti alimentari vengono trascritte anche a rilievo direttamente sull’imballaggio, diventando leggibili al tatto, come analogamente già accade per legge sulle confezioni dei prodotti farmaceutici.

La collaborazione di Carrefour Italia con Fondazione LIA inizia nel 2018, con un progetto che prevede l’etichettatura in Braille di tre prodotti a marchio Terre d’Italia, all’interno dell’offerta di affettati.

Una collaborazione, resa possibile anche grazie all’Istituto dei Ciechi “F.Cavazza” di Bologna, che è andata avanti in questi anni estendendo l’etichettatura in Braille a sempre più prodotti di Terre d’Italia. La linea di Carrefour che coniuga l’alta qualità con la tradizione italiana diventa, così, sempre più inclusiva verso chi ha una disabilità visiva.

L’intervista

Abbiamo intervistato Paolo Colombo, Brand Manager Terre d’Italia e Carrefour Selection, per farci raccontare meglio questo progetto.

Carrefour Italia è stata la prima GDO, nel 2018, a lanciare alcuni prodotti Terre d’Italia con etichetta in Braille. Ci può raccontare come è nato questo progetto e la collaborazione con Fondazione LIA?

 Nel 2017, in occasione del Diversity Day organizzato da Carrefour, ho partecipato ad un corso tenutosi presso la nostra sede a Milano, presentato da Fondazione LIA. È stata un’esperienza molto interessante che mi ha permesso di avvicinarmi a questa realtà.

In quel momento della mia carriera avevo da pochi mesi assunto il ruolo di Brand Manager Terre d’Italia e stavo sviluppando una nuova linea di affettati in busta. Dopo la partecipazione a questo corso, ho maturato l’idea di apporre sulle nostre confezioni un’etichetta in Braille che ne descrivesse il contenuto. Ho condiviso la mia idea con il fornitore con cui stavo collaborando e che ha accolto con entusiasmo il progetto e, grazie alla collaborazione della Fondazione, abbiamo sviluppato questa nuova linea di prodotti che, dalla prima presentazione fatta nel gennaio 2018 a Fiera Marca (la più importante Fiera del settore per i prodotti a marchio della GDO), conta oggi 14 referenze con altre in via di sviluppo.

Inizialmente, con quali obiettivi è nata questa iniziativa? E che effetti positivi pensate possa avere avuto sulla vostra clientela con disabilità visiva?

La professionalità e la sensibilità di tutti i collaboratori della Fondazione mi hanno aiutato a capire che, oltre a lavorare sulla qualità e bontà dei prodotti, potevamo e dovevamo offrire qualcosa di più ai nostri clienti.

Lo scopo era quello di sostenere i nostri clienti non vedenti nell’acquisto presso i punti vendita Carrefour e nell’utilizzo quotidiano dei prodotti in casa, aiutandoli al riconoscimento veloce tramite l’etichetta in Braille.

Tre confezioni di affettati Terre d'Italia
Alcuni prodotti di Terre d’Italia con etichettatura Braille

 

Ci sono altre iniziative che riguardano l’inclusione che state portando avanti?

Per Carrefour è un valore fondamentale promuovere, sia internamente che esternamente, una cultura inclusiva e aperta. Abbiamo dunque avviato negli anni diversi progetti dedicati a rendere l’esperienza di spesa accessibile a tutti, coinvolgendo i nostri dipendenti in percorsi di sensibilizzazione su questi temi. Per assistere meglio i nostri clienti non vedenti e ipovedenti, oltre alle etichette in Braille su una selezione di prodotti, abbiamo attivato una collaborazione con UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) per la creazione di un progetto pilota di formazione dei collaboratori dei punti vendita, che vengono preparati ad accompagnare durante la spesa le persone affette da questa disabilità, assicurando loro tutto il supporto necessario e maggiore indipendenza in questa attività.

Inoltre, per fare un altro esempio, abbiamo realizzato presso l’Ipermercato Carrefour di Collegno (TO) un programma di training dei collaboratori per imparare la Lingua dei Segni Italiana grazie ad un protocollo di intesa siglato con l’Ente Nazionale Sordi. Così i clienti non udenti hanno la possibilità di comunicare con i nostri addetti nel negozio, migliorando la propria customer experience.

Infine, abbiamo sperimentato anche un progetto pilota dedicato all’autismo, la “Quiet Hour”: in momenti definiti della settimana, per qualche ora, vengono create le condizioni ideali nei punti vendita per consentire alle famiglie con bimbi con lo spettro autistico di fare la spesa in tranquillità. Evitiamo ad esempio la musica o annunci sonori troppo alti o l’uso di luci troppo intense. Sono tutte piccole azioni concrete che siamo certi possano però avere un impatto positivo sulla quotidianità dei nostri clienti.

Per ora ad avere l’etichetta in Braille sono alcuni prodotti specifici di Terre d’Italia, ed è un numero che ogni anno cresce con nuovi prodotti. Questa iniziativa verrà ampliata anche ad altri prodotti di Terre d’Italia, magari coinvolgendo altri marchi?

Al momento stiamo rivedendo molte etichette dei nostri prodotti ed il mio desiderio è quello di coinvolgere sempre più aziende nostre partner per ampliare la lista degli articoli con etichetta in Braille.

Guardando ai prossimi anni, c’è qualche nuovo progetto che vi piacerebbe intraprendere a favore della diversity e per l’inclusione di tutti?

L’impegno per la diversity ed inclusion per Carrefour è un aspetto strategico, parte integrante del modo in cui l’azienda guarda al proprio futuro. Anche per quanto riguarda l’obiettivo della riduzione del gender gap, siamo attivamente impegnati sia internamente che esternamente attraverso programmi di sensibilizzazione dei nostri clienti finali, per promuovere una società maggiormente inclusiva per le donne, sotto tutti i punti di vista. Compatibilmente con la situazione sanitaria intendiamo sviluppare nuovi programmi che si vadano ad aggiungere a quelli attuali e che puntino alla tutela di ogni tipo di diversità. Si tratta di un percorso in cui l’azienda crede molto nella convinzione di poter contribuire ad un mondo più equo e in grado di assicurare pari opportunità a tutti.

 

(Intervista a cura di Denise Nobili)