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LIA e Intesa Sanpaolo: inclusione e accessibilità

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Cosa unisce due realtà così diverse come Fondazione LIA e Intesa Sanpaolo? Sicuramente il comune impegno verso il tema dell’inclusione, sfociato in una partnership con la sezione CSR del Gruppo, sensibile al tema dell’accessibilità. Valter Serrentino, responsabile CSR di Intesa Sanpaolo, ci ha raccontato in cosa consiste questa collaborazione e quali azioni sono state intraprese. 

Per quale motivo una realtà come Intesa Sanpaolo ha deciso di rivolgersi a Fondazione LIA?

Intesa Sanpaolo è particolarmente attenta ai temi dell’inclusione e delle diversità: nel suo Codice Etico afferma tra i valori fondanti l’equità e l’impegno verso la non discriminazione. Negli anni è stata già promotrice di iniziative in materia di accessibilità sia alle funzionalità informatiche sia a quelle informative per i suoi collaboratori non vedenti e ipovedenti, oltre che per i propri clienti (per esempio, con i Bancomat attrezzati).

Consapevoli del fatto che l’accessibilità ai sistemi e alle applicazioni della banca è rilevante non solo per i nostri colleghi, ma anche per i clienti nella stessa condizione e che il tema sta acquistando importanza anche per i problemi sollevati dall’invecchiamento della popolazione, come Ufficio della Responsabilità Sociale (CSR), abbiamo sollecitato negli scorsi mesi una riflessione, coinvolgendo le strutture che si occupano di questi aspetti e, in particolare, dell’accessibilità ai documenti aziendali. Pertanto abbiamo chiesto a Fondazione LIA (Libri Italiani Accessibili) di collaborare con noi, forte della sua esperienza nel campo dell’editoria accessibile.

Quali benefici ritenete che possa avere nell’immediato e a lungo termine la collaborazione con Fondazione LIA?

Nella Intranet aziendale e nel sito Internet c’è una mole enorme di informazioni. Non vogliamo creare documenti “ad hoc”, duplicando quanto presente on line: vogliamo invece elaborare i contenuti per renderli leggibili per tutti, nello stesso momento. Abbiamo cominciato proprio dai principali documenti di Responsabilità Sociale (Codice Etico e Rapporto di Sostenibilità), che sono stati rielaborati secondo le regole certificate da Fondazione LIA, ottenendone l’attestazione, e pubblicati sia sulla Intranet che nella sezione Sostenibilità del sito internet istituzionale.

Documenti accessibili, dunque, ma non per questo diversi o meno gradevoli dal punto di vista grafico: le persone normodotate non si accorgono minimamente dei cambiamenti apportati, mentre quelle con problemi visivi hanno finalmente la possibilità di accedere pienamente ai contenuti proposti.

Quali spazi di intervento sono stati individuati per mettere in pratica quanto emerso?

È fondamentale creare una “cultura” aziendale su questi temi e attraverso la collaborazione con Fondazione LIA vorremmo attivare percorsi di formazione che consentano alle strutture di essere in grado di redigere da sole documenti accessibili, senza interventi successivi di sistemazione. Bisogna dire, tra l’altro, che i collegi interessati si sono dimostrati molto attenti e interessati a questo aspetto.

Molti sono gli ambiti in cui possiamo lavorare: uno dei primi potrebbe riguardare tutta la nostra Normativa, pubblicata sulla Intranet, e la Formazione, sia per rendere disponibile testi in formato e-book, sia per rendere accessibile la collana “I quaderni della formazione” che periodicamente viene distribuita a tutti i colleghi su temi diversi.

Ma , come dicevo, in un’azienda come la nostra, gli ambiti informativi sono davvero molteplici e ci piacerebbe arrivare, in un tempo ragionevole, a coprirli tutti.