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Fotografia di una ragazza seduta sul letto davanti a un laptop e circondata da libri Fotografia di una ragazza seduta sul letto davanti a un laptop e circondata da libri
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Pandoracampus. Il viaggio verso l’accessibilità della piattaforma didattica

Interviste

Da sempre il Mulino guarda con attenzione al mondo accademico per offrire i migliori strumenti di studio e insegnamento agli studenti e ai professori italiani. Da più di quindici anni, «questo impegno si è anche tradotto nell’affiancamento di strumenti digitali ad ausilio e integrazione degli strumenti a stampa». Pandoracampus, piattaforma multieditore che offre strumenti per la formazione superiore, all’università, in azienda e nella professione, nasce con l’obiettivo di rendere disponibili i materiali di studio al più largo numero di studenti possibile.
Proprio con questo obiettivo, negli ultimi anni l’accessibilità è diventata un aspetto importante per la casa editrice, che ha deciso di lavorare per rendere Pandoracampus accessibile anche a studenti con disabilità visiva.
Così, in occasione della messa online di una nuova versione della piattaforma, nel 2019 Il Mulino ha avviato una collaborazione con Fondazione LIA, affinché supportasse la casa editrice in questo percorso.
Si è trattato di un lavoro complesso di sinergia che ha coinvolto innanzitutto la struttura interna del Mulino in una prima fase di formazione sui molti aspetti dell’accessibilità. In seguito, l’accessibilità della nuova versione di Pandoracampus è stata testata da Fondazione LIA, rispetto alle linee guida sull’accessibilità dei contenuti web pubblicate dal W3C – World Wide Web Consortium (WCAG 2.1 Livello AA). La fase di verifica ha coinvolto il team degli esperti in tecnologie assistive di LIA, tra cui anche alcune persone con disabilità visiva, che hanno testato tutti i processi utente e i touch point, analizzando la piattaforma sia da un punto di vista tecnico sia rispetto all’usabilità con le tecnologie assistive. Tra i vari aspetti verificati: la possibilità per un utente di navigare la piattaforma senza l’uso di mouse, l’identificazione semantica delle varie parti della pagina web, la presenza di un contrasto colori adeguato a chi ha un’ipovisione e la presenza di descrizioni alternative per tutte le immagini e i contenuti visivi.
Per farci raccontare questo viaggio verso l’accessibilità, abbiamo fatto qualche domanda a Paolo Casarini, CTO / IT Director presso il Mulino.

L’intervista

Quali sono i motivi che hanno spinto il Mulino a rendere accessibile Pandoracampus?

Il Mulino ha sempre voluto offrire in digitale quanto di meglio si potesse progettare, ispirandosi ai modelli internazionali e offrendo servizi innovativi che mettessero insieme il meglio della tecnologia con l’attenta selezione di contenuti di qualità che contraddistingue le sue pubblicazioni.
In questo contesto, la scelta di certificare la propria piattaforma di e-learning Pandoracampus rispetto all’accessibilità di contenuti e servizi da parte di chi ha disabilità visive è stata una conseguenza di questo impegno.
Inoltre, nei prossimi anni sarà strategico avere il maggior numero di testi accessibili in digitale, per offrire alle università servizi in linea con i requisiti di legge recentemente approvati (European Accessibility Act) e che presto saranno un requisito fondamentale anche per rimanere sul mercato.

In che cosa è consistita l’attività di consulenza di Fondazione LIA?

Con Fondazione LIA è stato studiato un percorso di formazione che ha coinvolto tutti i livelli aziendali, dalla direzione ai commerciali, dagli editoriali ai redattori, dai grafici agli sviluppatori software. Infatti, se si vuole produrre un prodotto o servizio digitale accessibile, tutti i settori aziendali devono essere coinvolti e dare il proprio contributo lungo la filiera.
Dopo la formazione, la consulenza di Fondazione LIA si è trasformata nell’affiancamento del settore digitale che cura l’ideazione e lo sviluppo dei prodotti digitali e delle piattaforme, con cui sono stati verificati gli aspetti tecnici da migliorare, fornendo formazione rispetto alle modalità di intervento e alle tecnologie disponibili, e testando poi i risultati ottenuti a garanzia dell’utente finale.

Come sono cambiati i flussi di lavoro della casa editrice?

Molte sono le nuove attenzioni che sono state introdotte nelle fasi produttive, come l’uso di formati accessibili by design e la standardizzazione degli interventi, e altre ne saranno aggiunte in futuro. Ma il cambiamento più significativo è stato quello che ci ha portati a fare maggiore attenzione ad alcuni aspetti dei contenuti che sono centrali per l’accessibilità, come le descrizioni alternative delle immagini e la strutturazione dei testi. Fino alla cura riservata alle informazioni che fanno da corredo ai contenuti, attraverso i metadati.

Quali vantaggi comporta, per un editore come il Mulino, intraprendere un percorso verso l’accessibilità?

Per il Mulino, avere contenuti e servizi accessibili vuol dire essere pronti ad affrontare le sfide competitive che il mercato ci presenterà nel prossimo futuro. Avere contenuti e servizi accessibili vuol dire averli migliori per tutti i nostri lettori, perché prodotti con maggiore cura, con processi più strutturati e, quindi, potenzialmente pronti a rispondere alle esigenze del mercato.

In che modo integrare l’accessibilità ha significato un miglioramento per la piattaforma?

Grazie al percorso fatto con Fondazione LIA su Pandoracampus, abbiamo rivisitato ogni flusso informativo e ogni forma d’interazione con gli utenti, realizzando una piattaforma migliore. Infatti, il processo di certificazione ci ha portato a sviluppare alcune funzionalità di cui non avremmo sentito la necessità, realizzando così una piattaforma con una esperienza d’uso complessivamente migliore e più personalizzabile per tutti gli utenti, non solo quelli con disabilità visiva.

(Intervista a cura di Denise Nobili, in origine pubblicata su Giornale della Libreria)